Tramite il mio essere temporale, trascendo il tempo e sono così in grado di pensare l’eternità.
Sono aperto al concetto di eternità proprio perché sono limitato nel tempo, così come sono capace di pensare l’infinito perché parto dalla percezione della mia spazialità.
Da quando sono nato, in ogni attimo della mia esistenza sono proiettato verso il futuro, verso l’avvenire. Due atti di pensiero tipici di me, uomo, ne sono la prova: la promessa ed il perdono. La prima è un impegno per il futuro, il secondo corregge il passato e mi permette di guardare al domani.
E come può concretizzarsi l’Amore se non nella dimensione della promessa e del perdono?
Ma vivo nei miei pensieri anche il concetto di fine della vita.
Questo, continuamente annunciato dall’osservazione della morte di altri a me legati e da me conosciuti, è sì un pensiero doloroso e spaventoso, ma dà senso alla vita stessa, percepita come umana ed unitaria pur nella diversità delle sue fasi: gioventù, maturità, vecchiaia.