Sono capace di decentrarmi, di guardarmi dall’esterno, come fossi un osservatore distaccato.
Ho due capacità tipicamente umane che sono la coscienza di me stesso e il pensiero critico, ed ho bisogno di maturare un sereno sentimento di me stesso, necessaria premessa per un positivo rapporto con gli altri, per una sana empatia.
Vivo in un’epoca contraddistinta da un eccesso di soggettivismo, da singoli e diffusi ritiri solipsistici che alienano l’uomo dall’uomo. E sviliscono la nostra natura di esseri bisognosi l’uno dell’altro.
Io ho bisogno di te, uomo, proprio perché in quanto mio simile sei l’essere più in grado di corrispondere ai miei bisogni e ai miei desideri, di capirmi e di anticiparmi.
E la conoscenza di te, come altro da me ma simile a me, mi permette di conoscere meglio me stesso.
Questo è il motivo del mio bisogno di legami affettivi stabili, al di là dei ruoli e delle etichette.
La misantropia è malattia, la filantropia ne è la cura.